ParchiBellaImpresa
PARCHI, UNA BELLA IMPRESA CONTRO LA CRISI
Tutelare la natura o fare impresa sul territorio? Qual è il futuro di un’area protetta? Se ne discute giovedì 28 marzo, a Torino, al convegno ‘ParchiBellaImpresa’ organizzato da CGIL Piemonte e Federparchi.
Un parco naturale può aiutare un territorio a uscire dalla crisi? Può produrre ricchezza? Può fare impresa?
In Piemonte ci sono 94 siti e più di 185mila ettari protetti: ovvero il 7,32% del territorio regionale, considerando le Aree protette e i due parchi nazionali (Val Grande e Gran Paradiso versante piemontese).
Le aree protette, la Rete Natura 2000 e gli altri siti della Rete ecologica coinvolgono nella regione 446.822,40 ettari: il 17,59% del territorio totale. Alla rete di eccellenze naturalistiche si aggiungono i 7 Sacri Monti piemontesi, riconosciuti dall’Unesco nel 2003 Patrimonio dell’Umanità insieme ai due lombardi. È un patrimonio inutile e da buttare?
I parchi italiani producono il 3,2% della ricchezza della nostra Penisola. Il Gran Paradiso risulta il parco più conosciuto e mentre il 59% degli italiani sono attirati dalla natura incontaminata, il 68% si è recato in un parco. I visitatori delle aree proette sono oltre 30 milioni e 160 milioni risultano essere le presenze: l’ecoturismo rappresenta ben il 16% dei turisti che scelgono il nostro Paese e se guardiamo all’Europa il 17% dei posti di lavoro è collegato a risorse “verdi”. In Piemonte si stima che giovani e famiglie siano i principali frequentatori della Aree protette (oltre il 65% del totale) e siano per lo più provenienti dal territorio provinciale e regionale. Se gestiti, i parchi possono diventare una preziosa fonte di lavoro.
Il Piemonte ha risposto con il taglio delle risorse destinate alle aree protette: nel 2012 la Regione Piemonte ha erogato soltanto 18 dei 25 milioni di euro necessari al loro funzionamento mentre la recente Legge regionale n. 16/2011 ha ridotto gli enti di gestione passati da 28 a 14.
La riduzione dei finanziamenti pubblici alle aree protette regionali mette a rischio il loro funzionamento mentre vengono disattesi gli adempimenti fissati dalle direttive comunitarie a garanzia della tutela della biodiversità.
Il parco di per sé oggi non produce reddito diretto ma indotto sul territorio. È possibile valorizzare le risorse naturali – beni pubblici – tenendo aperte le porte ad agricoltori, albergatori, a piccole aziende locali?
L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio di Regione Piemonte, UPP, Unioncamere Piemonte e Uncem.
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Presentazione (651,70 kB)